domenica 26 agosto 2007

Anime : Perchè non mi piacciono i Pokemon e perchè mi piace Naruto

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Ebbene si lo confesso: appartengo alla generazione dei nati negli anni '70 e cresciuti con Anime e cultura Giapponese. Ore e lunghe giornate invernali passate a vedere anime, oggi dei classici, che mandavano le tue giornate da Marte all'epoca Sengoku nel giro di un'ora, il tutto sempre incentrato su grandi valori nipponicissimi quali Onore, Orgoglio, il valore del Riscatto e del Sacrificio.

Oggi permane il luogo comune, quantomai errato, che gli anime Nipponici siano prodotti di scarsa qualità: non lo erano negli anni '80 e tantomeno lo sono oggi!

La difficoltà di questo genere, nonchè la sua forza , sta nel fatto che gli anime sono spesso molto complessi nei valori espressi, nel modo di esprimerli e anche nella grafica. Non è detto che quelli con grafica più essenziale o infantile siano quelli più semplici : Hunter x Hunter, per esempio, è un ottimo anime molto essenziale e rigido nel disegno ma per nulla semplice nei contenuti, nonchè nella trama ( saltando qualche puntata, vi assicuro, si perde il filo e ci si trova come in un labrinto: sperduti!).

Questo rende difficile il compito di sorveglianza di un genitore, lo comprendo bene pur non avendo figli, perchè richiederebbe attenzione, spirito di osservazione e buon senso: fattori che impegnano molto in giornate già molto impegnate.
Walt Disney è certamente più comodo: cartoni con trame sempre uguali su canovaccio standardizzato, talmente tanto standardizzato ultimamente, che viene da pensare che sia molto comodo pensare che i bambini siano, per età, deficienti ( scusate il termine), e non in grado di assimilare nulla più di un prodotto già pre-omogeneizzato e pre-digerito.
Non che non sia un'amante di Walt Disney: come tutti gli occidentali ho una perfetta conoscenza sin dall'infanzia dei suoi prodotti e degli sterminati casi dei suoi orfani (di uno o più genitori), fatta eccezione per le favole classiche e gli "Incredibili" ( cartoon anomalo per la casa produttrice e molto più vicino agli anime per complessità e alta qualità).

Comunque la non conoscenza degli anime e sostanzialmente la non comprensione di quello che i bambini (e molti dei nati negli anni '70 -'80 -'90) guardano oggi in televisione, creano dei paradossi di censura assurdi e involontariamente comici.

In fascia pomeridiana per lungo tempo hanno imperversato i Pokemon, con grande plauso dei genitori che , giustamente ad una visione superficiale, li trovano carini e divertenti.
Questa è l'opinione media che sento generalmente in edicola la mattina mentre compro il quotidiano, e frotte di bambini targati Nintendo comprano carte di vari anime, come fossero collezionisti di mazzi da poker, mentre mi chiedono se i miei shiba (che non comprano il giornale ma sono semplicemente a spasso) sono come quelli del Nintendo ( in caso contrario i miei shiba sarebbero ovviamente taroccati ). Generalmente i genitori mi chiedono informazioni sui cuccioli, essendo i miei shiba proprio carini come quelli del nintendo, sincerandosi magari, che non sporchino, proprio come lo shiba allevato dal Nintendo ( no comment).

Tornando ai Pokemon, l'equivoco grafica - contenuti, a mio avviso, è quanto mai vero in questo anime.
Vorrei sapere come mai nessuno delle molteplici leghe Moige - Animaliste - No Global - Social Impegnate e quant'altro ha mai criticato seriamente la violenza di contenuti di questo anime, che peraltro dovrebbe avere un target di utenza molto bassa per età (intorno ai 5-7 anni).

Io lo trovo di una violenza spaventosa, come trovo violento che un bambino di nemmeno 10 anni passi 30 min. al giorno guardando un Anime dove un gruppo di bambini-ragazzini di età assortita e analoga allo spettatore, vagano di paese in paese con lo scopo di far combattere i propri animali domestici gli uni contro gli altri.
Il concetto è infiocchettato e nascosto da mille sfumature e colori e da una grafica abilmente infantile, però è essenzialmente questo: i protagonisti sfidano altri comprimari a combattimenti fra i propri animali; animali che oltretutto non vengono solo allevati a questo scopo ( eh si, nelle puntate vedrete tutta la filiera: gli allevatori degli animali da combattimento, i veterinari, i produttori di cibi per animali convalescenti, o addrittura per alte performance in combattimento, and so on: filiera completa a disposizione dei telespettatori), ma vengono anche catturati ( alcune specie di Pokemon risultano essere disponibili solo in forma selvatica), domesticati e addestrati al combatimento dai bambini protagonisti dell'Anime.
Se invece che animali fantastici, ci fossero cani, o galli o quant'altro, trovereste la cosa così innocente?
Io la troverei solo più esplicita.
Certamente un ragazzino ben cresciuto e grandicello sa già distinguere realtà da fantasia e sa cosa scartare nei messaggi proposti, perchè si suppone abbia già un back round solido di valori dati dalla famiglia, ma mi chiedo: come guarda un bambino di 5 anni il cane di casa, crescendo coi Pokemon?

Eppure non ho sentito una sola critica sensata a questo anime (se non solite cose di marginale dettaglio, quali commenti sulla grafica o sulla scarsa qualità del prodotto nipponico in generale, insomma parole al vento), il che mi induce a pensare che chi ne ha parlato non abbia mai guardato questo anime, o meglio, non lo abbia mai guardato con attenzione.

Non me ne voglia la casa produttrice di busness legato ai Pokemon, io non trovo immorale le carte, i giochi di per se e tutto il resto, anzi: sono del parere che gli attuali giochi di carte siano più intelligenti e stimolanti del noioso collezionare figurine della mia infanzia (non ho mai finito un album, lo confesso).
Io sono certamente, un potenziale genitore che spenderebbe cifre assurdamente stupide in queste cose.

Però questo particolare anime, i Pokemon, non mi piace nei contenuti, nel messaggio e nella violenza proposta.
Sarà che allevo cani in maniera hobbistica, sarà che sono ipersensibile, sarà un problema della mia personale impostazione di valori, però io vedo in quell'anime, solo bambini che sfidano altri bambini nel catturare e allevare animali da utilizzare in combattimento.

Poco mi importa se il bambino proprietario dell'animale sconfitto e moribondo si china su di esso, piangendo e ringraziandolo per avercela messa tutta ( nel tentare a sua volta di ferire mortalmente l'altro animale, sia chiaro) , rimane il fatto che si mostra come morale la passione per l'addestramento al combattimento fra animali.
Poi noi viviamo in un paese dove Sirchia e la morale spicciola venuta successivamente fa elenchi di razze pericolose, e discute e si indigna, giustamente, per i combattimenti fra cani.
Ma come puoi indignarti al telegiornale la sera guardando le immagini dei combattimenti e proporre combattimenti fra animali ai bambini il pomeriggio?
Io mi indigno perchè i bambini tutti i sacrosanti pomeriggi, si guardano 30 minuti di coetanei che fanno combattere i loro animali.
Ho forti dubbi che questo sia educativo.

In compenso, quell'ente piuttosto bizzarro che è il Moige ( e analoghi), mi rovina puntualmente le puntate di "Naruto" , oltre ovviamente ai soliti doppiaggi spesso superficiali e comicamente puritani di Mediaset, a cui sono già abituata dalla prima infanzia.
Devo dire che internet e la vendita di dvd mi liberano da questo problema, però mi piacerebbe guardare ogni tanto questo prodotto di ottima qualità, anche in italiano ( il giapponese, giuro , prima o poi lo imparerò, non avendo alternative).

Naruto è un ottimo anime che tratta delle difficoltà legate al diventare adulti e nel trovare la propria strada, nonchè, tema ricorrente, è quello della responsabilità delle proprie scelte.
E' un anime in netta controtendenza con il relativismo che imperversa nella società moderna occidentale, relativismo che ti da l'illusione che a livello personale nessuna scelta sia realmente definitiva e determinante, nè che sia realmente giusto pagarne le conseguenze sia in temrini di successo che di insuccesso.

Per questo Naruto è un Anime raffinato nei contenuti: i diversi personaggi comprimari e addirittura quelli occasionali, sono tratteggiati in maniera complessa e artiolata, mutando nei tratti sia somatici che spirituali crescendo, acquisendo conoscenza ed esperiena, insomma maturando.
Il tutto corredato da un'ottima grafica e da un andamento brillante e allegro della trama, ma mai banale. La colonna sonora di Toshiro Masuda è curatissima, senza nulla da invidiare a colonne sonore di film di primordine.

Sono molti i personaggi di cui vorrei parlare recensendo questo ottimo Manga-Anime, ma ovviamente non è possibile vista la sua vastità.

Questo anime mi ha colpita anche per un'altra cosa: Naruto, il protagonista, mi è simpatico. Questo non capita quasi mai, visto che i protagonisti, in genere sono troppo impegnati a mostrarci un modello irraggiungibile o troppo compresi in loro stessi o fintamente goffi. Insomma, di solito il protagonista è il personaggio meno interessante e con meno spessore.

Invece Naruto è un personaggio che scopre poco a poco il proprio passato, dando così una spiegazione alla sua solitudine, una soluzione positiva al suo presente e un indirizzo positivo al suo futuro. E' un personaggio positivo e coraggioso, che non si colpevolizza nè si compiange della propria situazione.
Al contrario regisce, cercando di migliorare ed arrivare alla massima onorificenza ( diventare hokage) allo scopo di essere rispettato e sopratutto accettato dagli altri. Risultato che ottiene già nel tempo, lavorando in maniera positiva su se stesso e sul raporto con gli altri. Quindi risolve la sua sofferenza, non perdendosi in intenti di vendetta o ritorsione, o di dominio o di oppressione, ma con un obiettivo di reale positivo successo.

In questo anime ci sono personaggi che si ritrovano e che si perdono, mostrando che il proprio cammino è determinato dalle proprie scelte e dalla capacità di ognuno di elaborare la sofferenza e gli eventi che si incontriano lungo il corso della vita.

In contrapposizione i destini di Gaara del Deserto e Uchida Sasuke.
Gaara, al pari del protagonista, vive una vita di rifiuto, anche se un coccolato rifiuto, a cui da come risposta una strategia di semplice sopravvivenza di se stesso su tutto e tutti. Gaara, confrontandosi con Naruto e con Konoha, troverà se stesso e si accorgerà di non essere solo (ha 2 ottimi fratelli, che pur avendo paura di lui, in origine, non lo lasciano mai e si sono sempre preoccupati per lui). Questo farà si che cambierà la sua visione delle cose e le sue scelte, insomma cambierà il corso della sua vita.
I pensieri e i dialoghi di Gaara sono fra i più raffinati e complessi dell'anime e fra i più massacrati da Mediaset.
In contrapposizione a Gaara che vince la sua solitudine e si riscatta, c'è Uchida Sasuke, personaggio che non riuscirà mai a superare realmente la propria infanzia, e che per questa debolezza si perderà nello sterile obiettivo di vendetta e di ricerca del potere per il potere stesso.
Gaara di lui dirà: "ha gli occhi di chi non conosce il valore della propria esistenza".
E' interessante e innovativo un tratto del carattere dei 2 fratelli Uchida, Itachi e Sasuke.
Per quanto le loro strade prendano un percorso lontano dai valori della loro terra di origine, Konoha, essi conserveranno sempre in loro stessi un bagaglio di valori che condizionerà le loro azioni in opposizione con le scelte fatte. Essi, pur rinnegando amicizia, affetti e ricercando solo l'affermazione di loro stessi, non saranno mai inutilmente crudeli, nè realmente spietati, ma si mostrano sempre in qualche modo "morali", tanto che i compagni di questo oscuro cammino notano e sottolineano talvolta questa "anomalia" dicendo: "inel tuo modo di agire si vede che vieni da Konoha". Come dire : per quanto le tue scelte possano essere lontane dalle tue origini, ciò che sei rimane comunque con te e continua in ogni caso ad influire sulla tua vita.
E' probabile che proprio queste buone fondamenta diano una possibilità di riscatto nei confronti di una vita sbagliata.

L'altro personaggio di cui voglio parlare è Rock Lee. Non solo, insieme al suo maestro Gai, è spesso occasione di simpatiche Gag nella trama, ma è di per se molto più complesso nei temi di quanto non appaia.
Rock Lee è un ragazzo senza talento che vuole perseguire un cammino di per se impossibile per lui.
E' il tema del successo raggiunto con le proprie forze e della possibilità di compensare la mancanza di talento con la costanza, il sacrificio e il duro lavoro.
Questo lo rende speciale e rispettato agli occhi di tutti i suoi compagni e del suo maestro.
Lee è un personaggio che ci ricorda però, che la forza di volontà da sola può non bastare se mancano la fiducia in se stessi e uno spirito positivo.
Lee è un personaggio reale perchè non dimostra in maniera falsa, che senza il talento e con il solo lavoro si può arrivare e magari superare chi è naturalmente dotato.
La storia di Lee ti mostra, concretamente, che puoi perseguire con successo e bravura , anche se in maniera più difficile, una strada che naturalmente ti sarebbe preclusa, ottenendo con questo rispetto e considerazione.
Rimane il fatto che l'obiettivo da raggiungere è questo, e non una sciocca compensazione della mancanza di talento o la stupida dimostrazione che il talento in realtà non serve.
Lee ti dimostra che semplicemente ce la puoi fare comunque.
Questo personaggio è positivo e vincente al 100% e di grande esempio perchè, pur non potendo in realtà mai superare chi è stato dotato di talento, non si perde provando invidia per gli altri o compatimento di se stesso, ma anzi trova consapevolezza di se, dei prorpri limiti e dei propri pregi. Questo gli da uno stimolo positivo e motivo per lavorare duramente , vincendo così le proprie mancanze, valorizzando e sviluppando al contempo le proprie risorse.
Con questo spirito positivo e brillante dimostra di essere un vincente e può così rimanere a testa alta al passo con gli altri.



sabato 25 agosto 2007

Handling e Cultura



La cinofilia è un piccolo, piccolissimo settore della zootecnia e del mondo dell'allevare. Per lo più la professionalità del ns settore è legata alla semplice passione e alla capacità del singolo di istruirsi e professionalizzarsi.
La Grande Zootecnia è fatta di animali, uomini, passione, e sopratutto di una grande professionalità, non solo nell'allevare ma anche nel presentare.

Forse ci illudiamo che l'handling sia una parte esclusiva del dog-show e slegato dal fare zootecnia: questo è quanto mai errato!

L'handling in zootecnia ha una altissima professionalità ed è per tante cose all'avanguardia. Proprio per questo apro questo post, perchè dal confronto e dalla conoscenza nascono idee e innovazioni.
Inoltre è importante, per capire dove si deve andare e quale sial il valore effettivo di qualcosa, sapere da dove essa nasce.

Dalle immagini che vedrete in seguito, capirete quanto sia difficile e quanta bravura tecnica e umana ci sia nel condurre un animale da reddito.
A differenza dei cani, dove esistono diverse teorie più o meno nuove o più o meno antiquate, edove la scelta può essere da quella della semplice coercizione e dominio sull'animale al cosiddetto "metodo dolce", in zootecnia, il fattore empatico è certamente un elemento sine qua non è possibile condurre l'animale. Così come, la selezione per docilità e carattere è imprescindibile per un animale da reddito (come mostrano queste immagini).


Questi soggetti e queste foto sono le equivalenti per quelle che si effettuano nelle expò canine per il cacib o il bob. Sono dunque rappresentative dei migliori soggeti di quella mostra e di quella razza.








Stallone Percheron
Three Holes Grenandier
Presentato da R. Johnson
di Hole Hall.Three Holes
Royal Show Inghilterra

Non potevo non iniziare con un soggetto inglese di una expò inglese!
Come si può notare la postura è di profilo, equivalente al Free nel Dog Show. L'asta serve al conduttore per indicare all'animale come piazzarsi (ovviamente il lavoro non può essere manuale come nel dog show!). L'abbigliamento e lo stile del conduttore sono in armonia con il soggetto esposto. Il soggetto è piazzato in una perfetta posa plastica, analogamente ai vecchi modi di piazzare greyhound e alcuni cani da pastore nel dog show (ovvero con la zampa posteriore sul lato del conduttore portata in avanti, come in un inizio di incedere). Questa posa da forza e vitalità alla figura dell'animale; oggi nello Show-dog, purtroppo, è una posa demodè rispetto a pose più statiche e anonime, ma più facilmente e velocemente realizzabili su ogni tipo di cane.




Montone Bergamasco
Presentato da P. Fiorucci
Prop. di D. Mosconi
Fieragricola di Verona

Come si può vedere, la razza bergamasca è di taglia consistente, quanto un grosso alano. La presentazione non è difforme. Ma la predisposizione di spirito dell'animale?
Certo un ovino non ha la stessa predisposizione di un cane a questo tipo di lavoro. Come già accennato, il fattore empatico è necessario per l'handling e la perfetta posizione ed la grande espressione di questo soggetto lo dimostrano alla perfezione.







Cavallo Polo Argentino
Ombucito Impacto
presentato da H. Ulloha
di Propietà di O. Echeverz

Ottimo esempio di Junior Handling: questo soggetto è presentato da un bambino. Anche per lui valgono le cose già dette, dall'abbigliamento in tono con l'esemplare, al controllo che si deve avere su di esso, alla fiducia che il soggetto e conduttore si dimostrano reciprocamente.







Toro Blond d'Aquitagne
Gardon
1631 kg
Presentato da M. Therese Valery
Prop. M. Larroque
Salon d'agricolture 1998 - Parigi

Non solo uomini...
L'handler di animali da reddito necessita di una conoscenza profonda dell'animale, empatia, e capacità di trasmettere sicurezza e quiete all'animale: doti queste che sono proprie delle persone senza distinzioni di sesso. In questa foto la conduttrice sta piazzando l'animale. Gesti semplici. una mano nella cavezza per dirigerlo e l'altra sul collo. I comandi spesso sono a voce.
Nessuno può pensare che questi animali si possano contenere con la forza bruta, o no!?!?
Basta raffrontare la fisicità dell'animale rispetto alla conduttrice!
Per chi avesse immaginato che negli animali da reddtito lo show fosse dozzinale e ruspante, prego di notare l'abbigliamento: Tailleur sui toni Blonde del mantello del soggetto.


Vorrei far notare come si scrivono i dati: proprietario, allevamento, e conduttore,eventualmente viene scritto anche chi accompagna l'animale. Viene sempre menzionato tutto lo staff intorno all'animale.
Questo è efficente e trasparente nelle informazioni (ho diversi soggetti ovini presentati da un unico handler per es.)

L'handling in zootecnia è fattore di giudizio ininfluente: dall'arte del presentare espressa in queste foto non parrebbe, ma è così.
Il sistema di giudizio prevede una prima classifica la mattina fatta con l'handler designato dalla proprietà, e una classifca il pomeriggio con un handler a sorteggio. Il giudice quindi, al pomeriggio rivaluta gli stessi animali ad handler sorteggiati. Il giudice, per regolamento ha margine di errore di 1 soggetto soltato (ovvero può variare la classifica solo di un soggetto dalla mattina al pomeriggio).
Pur essendo quindi, l'handling assolutamente ininfluente sul giudizio, è di una professionalità altissima.
Un handler infatti, non sa che animale esporrà nel pomeriggio, la capacità quindi, di entrare i sintonia con l'animale deve essere massima, così come la perizia e la sicurezza in se stessi, che l'animale, rassicurandosi a sua volta, deve percepire.

Questo dovrebbe far riflettere proprio noi del dog show....



Immagini tratte da: "Uomini e Animali" ed. L. Arte

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