mercoledì 23 settembre 2009

Working Dog: Cinotecnia e Lessico

Mi è giunta qualche perplessità sul discorso inerente all'Akita come Working dog nell'ultimo articolo apparso su "i Nostri Cani" a mia firma.
Alcune anche sarcastiche o ipersicure, per non dire spavalde.
Vabbhè ci vuole molta pazienza!

Cominciamo col puntualizzare che ogni cane atto ad una funzione specifica è un cane da lavoro o per meglio usare la terminologia tradizonale in cinotecnia "working". Un cane da caccia è un cane da lavoro, un cane da traino è un cane da lavoro, un cane da custodia del bestiame è un cane da lavoro ecc.
Quindi in cinognostica (e in zootecnia in generale) per animale da lavoro si intende un animale che trova la propria "esistenza zootecnia" prettamente legata ad una selezione indirizzata ad una o più funzioni affini.
Il cane da caccia per esempio può fermare e riportare e in tal senso c'è una selezione ad una funzione primaria(ferma) e una secondaria affine(riporto).

Se una deterimanata razza svolge una funzione specializzata si tenderà a definirla: razza da conduzione, razza da ferma , razza da traino ecc. nell'accezione comune.
Le tassonomie tendono a ripercorrere questi parametri di specificità nel raggruppare le razze. Nella tassonomia Europea ripercorre una prevalenza di comunanza morfologica come parametro primario, mentre nella tassonomia più antica (e tradizionale) di matrice Anglosassone è la funzione ad essere il parametro cardine.

Bisogna rammentare che le razze occidentali e quelle più moderne hanno alto grado di specificità , in opposizione a quelle di tipo ancestrale.

E' pur vero che lo shiba (come tutte le altre native) difficilmente potrebbe rientrare in accezioni così specifiche occidentali, poichè non è cane da caccia specializzato: è un cane da traccia/seguita sia per selvaggina da pelo che a penna, svolgendo sin'anc funzioni di caccia in tana, cosa inusuale nele razze di selezione occidentale e più moderne.
Per tanto può definirsi semplicemente "ausiliare da caccia" , ovvero cane da caccia generico.
La tassonomia con parametri nostrani diventa di difficile applicazione sulle native proprio per la mancanza di specificità nella funzione di ausiliare. Nella prima tassonomia si scelse il gruppo 6 (per tutte le razze native) attribuendo la funzione da seguita come funzione prevalente.

Lo shikoku e il Kyushu sono più specializzati dello shiba in quanto sono cani da seguita per gli ungulati.

L'akita, come è noto, è stato impiegato come ausiliario da caccia( di cui il modello matagi è stato scelto come indirizzo selettivo primario in quest'ultima epoca), ma è anche un cane da guardia molto stimato, è stato un cane da combattimento, e fonti poco attendibili ne riportano addirittura un'attitudine alla soma.

In ogni caso l'akita ha avuto e ha molteplici impieghi a differenza delle altre razze native nipponiche, rimaste più incaridinate nella dimensione caccia.
Per questo se lo shiba è un ausiliare da caccia generico e si può definire "hunting dog", l'akita ha una funzionalità ancora più ampia in quanto l'utilizzo ha spaziato e spazia dalla caccia alla guardiania, pertanto rietra nell'accezione più vasta di "working".

Questo per rilevare quanto in realtà la selezione dell'akita e la storia moderna dell'akita sia la più complessa fra le native e certo anche la più dinamica nelle scelte selettive.

D'altra parte l'akita è la razza più poliedrica e duttile, e non si può pensare vista la storia nipponica e le esigenze ambientali di un territorio così ristretto, che possano trovare spazio una variabilità ampia di razze di cani con funzione iperspecializzate come nelle razze occidentali.

Qualcuno doveva pur fare tutto quello che le altre razze native non erano in grado di fare: per questo c'era il grande akita!

sabato 1 agosto 2009

Uffici Postali e Cani: io non sono mai finita sui giornali!!

Non so se sia questione di isteria del momento o se io tenda ad essere troppo ligia verso lo stato. Sta di fatto che io non sono mai finita sui giornali; eppure la sottoscritta e Sayuki sono stati ripetutamente buttati fuori dall'ufficio postale di Castel San Pietro Terme ( o meglio Sayuki non era gran che "welcome").

Questo, a parte provocare i miei brontolamenti, e a parte causarmi occhiatacce dagli altri utenti qualora ve ne fossero stati (ho l'abitudine di andare in posta ad ore assurde e mai affollate) , non ha mai provocato articoloni in prima pagina di alcun giornale.
Che io e Sayuki siamo stati discriminati anche in questo?!?!? possibile!

Eppure le mie incursioni in posta con Sayuki sono state molteplici:lui da cucciolo è stato buttato fuori dalla direttrice in persona con ufficio postale deserto, lui da giovane è stato buttato fuori da una cassiera (urlante) che si è rifiutata di fare il vaglia finchè "l'animale" non fosse uscito, poichè poteva arrecare disturbo agli altri utenti(che stavano coccolando il suddetto animale riempiendomi di domande intanto che venivo aspramente rimproverata), e infine Sayuki campione, famoso in paese dopo articolo di giornale, è stato buttato fuori dal medesimo ufficio postale dalla donna delle pulizie (con tanto di levata di scopettone minaccioso).

Tengo a precisare che Sayuki oltre ad essere di una educazione esemplare è anche un cane snob che ama i complimenti. Faccio presente al mio gentile lettore che da sempre Sayuki viene a fare shopping, al ristorante, in albergo ecc con me, quindi è un cane particolarmente avvezzo alla vita urbana, e non c'è mai stata ragione per cui lui non fosse più che ben accetto...tranne che in posta !!!

Tant'è che io, obbediente anche alla donna delle pulizie dell'ufficio postale, l'ho sempre legato fuori ad un posteggio per biciclette anche col solleone senza scatenare putiferi sul giornale.

Io non credo o non ho mai creduto, vista la normalità di essere buttata fuori dalla posta qualora disgraziatamente munita di cane , che tali fatti siano così grravi da dover scatenari putiferi mediatici.

Mi chiedo se questi casi mediatici sugli animali talvolta non siano un sintomo di isteria cllettiva o mancanza di valori e sensibilità verso i nostri simili(e quindi una incapacità di amare davvero gli animali) che usa gli animali per far passare emotività, frustrazione, aggressività verso le persone.
D'altra parte sulla porta del'ufficio postale c'è la targhetta col divieto di ingresso ai cani e quando si entra col cane si è in effetti in fallo. La mia naturale mancanza di disciplina non mi ha mai fatto desistere dalle incursioni in posta munita di cane, però in torto oggettivamente ero io!

Ufficio postale che vai, usanze che trovi.

Qui nella mia piccola frazione di Ravenna, c'è un piccolissimo, grazioso, efficiente, ufficio postale .
A dir il vero è assai meno chic di quello di Castel San Pietro Terme però è molto accogliente.
Da poco si sono avvicendati 2 impiegati postali non solo molto bravi (dovete vedere come se la cavano col Giappone ormai!) ma anche sorridenti e gioviali.
Non c'è la targhetta antianimali sulla porta, eppure i miei cani non entrano.

In questo ufficio postale, ben prima del mio arrivo, fa tappa fissa una gatta sterilizzata, che è da diversi anni gatta di quartiere: accudita un pò da tutto il paese è ormai il gatto della posta.
Entra ed esce dall'ufficio con assoluta padronanza, saluta cordialemtne l'utenza fissa e occasionale, ronfa sulla sua sedia prefirta vicino al calorifero d'inverno(gli abituè sanno che non va occupata, perchè è la sedia della gatta), fa gli onori di casa.

I miei cani stanno fuori dall'ufficio postale più che altro perchè la gatta non ha dato(giustamente) il suo benestare alla loro presenza.
La gatta della posta mi impedisce di portare i cani, esattamente come la direttrice, la cassiera e la donna delle pulizie.
Che ci posso fare!?

Ebbene, questa tranquilla routine di paese è stata "turbata" a un'utente che ha "minacciato" il postino di chiamare l'ASL se il gatto non avesse levato le tende. Questione di igiene: il gatto non può mica stare il posta!!
Non mi risulta che la Asl sia andata a sfrattare il gatto nè che sia stata fatta (ancora) segnalazione ufficiale.
Tant'è che ,viste le ASL italiane, che tendono a trasformare qualsiasi cosa in una asettica sala operatoria, non mi stupirei di uno sfratto o peggio di una deportazione in gattile, o peggio ancora di una cattura da parte di una pia gattara.

per ora spero che la gatta di paese possa continuare a fare gli onori di casa in posta...e i miei cani per questo ad attendermi fuori dalla porta!!!







mercoledì 15 luglio 2009

Il Benessere è Etica ma anche Tecnica

Il benessere animale è un tema molto in voga oggi.
La finalità è condivisa da tutti, le vie come spesso accade no.

Voglio chiarire che, pur non essendo animalista, ho il massimo rispetto per chi opera a tutela degli animali, da qualunque estrazione provenga, senza distinzioni: da chi è animalista a chi lavora con gli animali.

l'etica tesa al benessere degli animali deve unire e non dividere.

La tutela degli animali a mio avviso NON ha matrice ideologica, ma sono principi Etici che accomunano tutti noi.

L'esempio della Legge 5/2005 dell'Emilia Romagna è un tentativo di conciliare etica e tecnica.
E' pur vero che ne condivido assolutamente i principi e il fine di tutela e garanzia di benessere animale,ma ne ho criticato, da sempre, alcuni lati tecnici: tutto è perfettibile.
All'applicazione di fatto, tale legge è fortemente repressiva e oppressiva nei confronti degli allevamenti di tipo NON-intensivo e spinge la strutturazione di allevamenti sul tipo Puppy Farm. Ritengo che privilegiare il benessere in allevamento sia privilegiare la qualità e gli allevamenti che a questa tendono, quindi a mio avviso il benessere si concilia al meglio nella direzione opposta alle puppy farm.

Da tempo mi rivolgo ad un'idea di allevamento teso alla qualità e alla crescita. L'allevatore deve poter crescere in una normativa che lo faccia sentire tutelato e lo guidi in un percorso di qualità, senza incongruenze che possano portare anche a periodi di abusivismo o altro.
Purtroppo le normative spesso nascono con intenti repressivi ed oppressivi specie verso chi vuol ben operare: anzi spesso, partendo da buoni presupposti, nell'applicazione tali leggi sono un'ostacolo agli allevamenti di alta qualità e non intensivi.

Credo che l'allevamento abusivo sia una piaga per i cani, le economie e il benessere.Per questo l'allevamento regolare deve essere accessibile e a misura di cane e allevatore, senza preclusioni ideologiche nascoste dietro il concetto di benessere animale.

Il mio modello di riferimento è quello scandinavo e Nord Europeo dove l'allevamento canino non soffre di abusivismo anche per la presenza di regole costruite ad Hoc per il settore, senza preconcetti di sorta.

Per esempio le strutture in nord Europa non sono pensate sul modello dell'allevamento intensivo, e questo non è poco. In Italia, assurdamente, nel cane si sta vivendo un momento di spinta verso la strtturazione su modello intensivo anche per le realtà di qualità medie e piccole, spesso senza tener conto delle peculiarità delle razze allevate.

Da tempo vorrei proporre e vorrei che l'allevamento canino prendessa la via della sostenibilità ambientale e della semplificazione delle strutture sopratutto per quelli di piccola e media dimensione.

Il principio è linea con il governo attuale : Semplificazione ed Emersione favoriscono legalità e controllo.

E' pur vero che le regole dovrebbero essere uguali per tutti, allevamenti o rifugi.
E' pur vero che la legge dovrebbe dare le medesime garanzie ai trovatelli sterilizzati detenuti in piccolo o grande numero e ai cani di allevamento.

5 cani interi o sterilizzati hanno diritto alle medesime garanzie e quindi ai medesimi obblighi per i dententori.

Per questo è auspicabile una normativa di settore che non nasca da odio di categoria o ideologico ma dal comune fine della garanzia del benessere animale.

Questo per gli animali in primis, prima che per noi stessi.

lunedì 27 aprile 2009

I Motti di Oggi

Oggi 2 pensieri, che fanno profondamente parte del mio io.

Pensiero nr1


E' meglio subire pregiudizi che esercitarli,
poichè la violenza è sempre legata all'ignoranza,
io non tollero la violenza.


Pensiero nr 2

L'aiuto ad anziani, bambini, cani, animali prima di tutto.
La solidarietà verso chi è in difficoltà, è un dovere etico di ognuno di noi,
non una questione ideologica.


:)

domenica 26 aprile 2009

Quante piccole verità talvolta nelle favole

Un uomo camminava per una strada con il suo cane.
Si godeva il paesaggio, quando ad un tratto si rese conto di essere morto.
Si ricordò di quando stava morendo e che il cane che gli camminava al
fianco era morto da anni.
Si chiese dove li portava quella strada.
Dopo un poco giunsero a un alto muro bianco che costeggiava la strada e che
sembrava di marmo.
In cima a una collina s'interrompeva in un alto arco che brillava alla luce
del sole.
Quando vi fu davanti, vide che l'arco era chiuso da un cancello che
sembrava di madreperla e che la strada che portava al cancello sembrava di
oro puro.
Con il cane s'incammino verso il cancello, dove a un lato c'era un uomo
seduto a una scrivania.
Arrivato davanti a lui, gli chiese:
- Scusi, dove siamo?
- Questo è il Paradiso, signore, - rispose l'uomo.
- Uao! E non si potrebbe avere un po' d'acqua?
- Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata.
L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì.
- Non può entrare anche il mio amico? - disse il viaggiatore indicando il
suo cane.
- Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo.
L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front e tornò in strada con il suo
cane.
Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima a un'altra collina in una
strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, un cancello che
sembrava non essere mai stato chiuso.
Non c'erano recinzioni di sorta. Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo
che leggeva un libro seduto contro un albero.
- Mi scusi, - chiese. - Non avrebbe un po' d'acqua?
- Sì, certo. Laggiù c'è una pompa, entri pure.
- E il mio amico qui? - disse lui, indicando il cane.
- Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l'ingresso ed effettivamente poco più in là c'era
un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola.
Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al
cane.
Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto
all'albero.
- Come si chiama questo posto? - chiese il viaggiatore.
- Questo è il Paradiso.
- Be', non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era
quello, il Paradiso.
- Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di
madreperla? No, quello è l'Inferno.
- E non vi secca che usino il vostro nome?
- No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano
perdere i loro migliori amici.

venerdì 17 aprile 2009

Allevare significa amare la vita

Ogni mia parola, ogni mio gesto,
la dedizione che porto al mondo dell'allevamento è legato al concetto di amore.

Allevare vuol dire amare la vita,
allevare vuol dire tramandare le tradizioni delle genti, la cultura dei popoli,
allevare vuol dire amare la natura,
allevare vuol dire amare il prossimo.

Non ci può essere odio laddove c'è l'inno alla vita: allevare da sempre è tradizione della terra , tradizione delle genti, storia dei popoli.

Chi è portatore d'odio non può che odiare l'allevamento e gli animali di razza.
Chi vive nella cultura d'odio non può che usare la vita e gli animali per odiare le persone.
Chi nell'odio prospera, non può che combattere la cultura della terra, l'amore della vita,

Chi nega il cane di razza odia gli animali che da sempre tutto questo rappresentano: vita, cultura, tradizione, amore del creato.

Io mi riconosco nella vita e nell'amore.

Il cane di razza è parte della vita, della storia, della tradizione della cultura di ognuno di noi, ogni popolo si esprime anche nei porpri animali di razza.
Preservare il cane di razza significa preservare la storia vivente delle genti.

Quando una specie muore, muore parte della terra,
Quando una razza scompare, scompare parte delle tradizioni dei popoli,
Quando un patrimonio zootecnico viene distrutto, scompare con esso una parte della storia di tutti noi.

La negazione dei patrimoni cinotecnici,
è la negazione della storia che nel cane di razza vive e si rinnova continuamente.
La negazione dell'identità del cane di razza è frutto del medesimo odio che nella storia portò sempre alla violenza e alla discriminazione, alla distruzione dei Buddha che da millenni vegliavano i viandanti di ogni religione, all'incendio di biblioteche che racchiudevano tutte le culture, alla distruzione delle opere d'arte, allo sterminio di popoli.

Il cane di razza rappresenta il patrimonio della vita, porta dentro di se la storia dell'amore per il creato.
Allevare significa condividere le tradizioni e la storia dei popoli di ogni dove.

Chi ama la vita, chi rispetta le genti, chi ha a cuore la storia dei popoli e la tradizione della terra, non può che lavorare per preservare ciò che il cane di razza rappresenta, non può che operare perchè nulla venga distrutto, non può che rispettare il cane nella sua integrità fisica, etologica e spriturale.

Elettra Grassi

mercoledì 11 marzo 2009

POINTER: UN SEQUESTRO O UNA CONFISCA !?!?

Patrizia Carrano, Licia Colò, Margherita Hack, Giorgio Panariello, Daniela Poggi e Red Ronnie hanno firmato una lettera aperta al Pubblico Ministero di Ravenna, Daniele Barberini, chiedendogli di consentire l`affido definitivo dei cani sequestrati nell`allevamento Guberti, lo scorso dicembre. Il testo, diffuso dalla Lav (www.lav.it), intende riportare l`attenzione sulle condizioni in cui versavano questi animali, che vivano in condizioni simili a quelle di un lager.



Obiettivo dell`iniziativa anche quelli di puntare i fari sull`urgenza di consentire alle associazioni, che con innumerevoli difficolta` se ne sono prese carico in seguito al sequestro, operato dal Nirda del Corpo Forestale dello Stato, di darli in affidamento definitivo a famiglie che possano garantirgli un futuro sereno.

http://www.amicicani.com/index.php?oper=newsleggi&id=1229


ADESSO IO MI CHIEDO prima di poter disporre di qualsiasi cosa, anche negli animali si deve aspettare una sentenza?
In ogni caso, sarà possibile una proposta che tenga conto REALMENTE dell'integrità di questi cani?

perchè continuare a negare ciò che questi pointer sono un patrimonio culturale della razza?
Nessuno che ami davvero i cani può avere pregiudizi in tal senso

Amare davvero i cani significa non avere pregudizi nei loro confronti di ciò che sono e non svilire le loro identità.


sabato 14 febbraio 2009

L'omogeneizzato Etologico: la moda della malagestione del cane

Ho visto ora il TG5 il caso del Bambino in fasce ucciso dal Mastino Napoletano, nota razza da guardia.
Appunto, CANE DA GUARDIA. Questa parola, e qualsiasi termine riferito all'attitudine di un cane paiono non avere più valore nè parametro fondamentale per la gesione del cane che si possiede.

Io sono senza parole e amareggiata, ma questo caso mi da delle conferme: la gestione dei cani è oggi assai peggiore che negli anni 80, perchè non si gestiscono più i cani per quello che realmente sono ma antropomorfizzandoli o partendo dal concetto di un bell' omogeneizzato etologico.

"sono tutti eguali, nascono tutti come il carlino del mio vicino, è il proprietario incompetente o cattivo che fa la differenza, non il cane"

Questo è un presupposto FALSISSIMO che può solo portare al dilagare del malessere animale e della malagestione dei cani (che questo sia un nuovo busness???)

La gestione di un mastino non è quella di un maltese che non è quella di un bracco che non è quella di un husky and so on. Così come le strutture necessarie non sono le medesime, così come le inclinazioni e le necessità etologiche non sono le medesime.

Questo non vuol dire che il mastino sia cattivo, vuol dire che il mastino è un guardiano, NON un cane da compagnia come il maltese, è diverso , e diversamente si comporta al di là di tutte le teorie sull'omogeniezzato etologico che ci dobbiamo sciroppare in ogni dove. Il maltese va capito come maltese, il mastino come mastino: si rispettano le tradzioni religiose e alimentari più diverse, ma non si è autorizzati a rispettare la diversità dei cani?

Un bambino piccolo ha odori e movenze (spesso incosapevoli) che talvota mal si sposano con la comunicazione verso i cani, che aloro modo reagiscono. Dovrebbe esssere l'aduto presente a capire il cane, non il cane a dover decidere se quello strano essere che è l'infante sia una mnaccia o meno.

Negli anni 80 NESSUNO avrebbe mai pensato di lasciare libero il cane da guardia mentre ci sono bimbi , specialmente infanti, in giardino, con la sola tutela di un anziano. Questo perchè il cane da guardia è il cane da guardia e il significato di questa parola non era nè negativo nè tabù, ma descriveva la realtà etologica del cane ed era segno di profondo rispetto per il cane stesso nella sua integrità. Nessun cane negli anni 80 sarebbe stato lasciato solo, così come nessun bambino.

Oggi sono TUTTI cani di famiglia allo stesso modo, senza considerare le diversità, come se le differenze fossero un tabù: questo modo di pensare è una totale mancanza di rispetto del cane!!

e poi succedono questi fatti di cronaca e si riaprono diatribe che ci educano allo stesso omogeneizzato etologico che porta i proprietari a scegliere male il cane e a gestirlo peggio!

La risposta delle istituzioni??
Sul carlino di oggi il sottosegretario ribadiva l'urgenza di patentitini per TUTTI i proprietari(anche di pomerania) per ora facoltativi(sottolineando per ora!!)

Ma patentini per imparare cosa???

Se il patentino si incentra sul fatto che tutti possiamo gestire tutto e che tutti i cani sono eguali nelle esigenze e nella gestione...bhè è l'omogeneizzato etologico che da anni ci sciroppiamo e che ha portato a questa malgestione diffusa dei cani!!
Se invece sono fatti per portare consapevolezza ai proprietari, ben venga, la cultura non è mai un male.

senza contare il corollario del principio cardine dell'omogeneizzato etologico:

" siccome tutti i cani per natura sono buoni ed eguali, TUTTI POSSIAMO AVERE TUTTO basta solo avere amore e spazio!"

c'è slogan più idiota????

io non riuscirei ad avere nè un rott nè un malinois o per un border o per un terrier anche di piccola taglia.
Io vivrei male con questi cani e loro con me. questione di feeling, ma pare che nei cani NON si possa dire...perchè sono tutti uguali.

E aggiungo che non sarei in grado e non sarei un buon padrone per essi con o senza patentino!!

alla faccia dell'omogenizzato etologico(che mi è alquanto indigesto!!)

:-)

giovedì 29 gennaio 2009

La vita spezzata del Vento

:-(

E' incredibile quello che si vede ormai su questa vicenda. E' incredibile che gli Enti preposti alla tutela dei cani di razza non esistano, se non in azioni frettolose : e la tutela dei cani!?



Va bene così, hanno vinto buoni!

Ma hanno vinto i cani?!?!



La risposta a questa domanda non interessa a nessuno.
Prendo atto anche di questo.

Loro sono state e sono le uniche vere vittime.


venerdì 9 gennaio 2009

RACCONTI DI ROMAGNA

Di solito non affronto temi impegnativi o scottanti in questo blog.
Ma il mio animo è colmo di tristezza.
In questi giorni la mia terra, questa terra rossa di Romagna è lacerata e infuocata dalle polemiche per 250 Pointer che da sempre si trovavano qui. Pointer di Romagna radicati in questa terra insieme alle radici del San Giovese, radici ormai estirpate come vecchia erbaccia.

Questi pointer sono diventati un caso mediatico fortissimo dove NON è possibile NON avere un'opinione perfettamente allineata all'animalismo più ideologico, quello estremo e intollerante che cavalca sempre grandi sdegni e facili consensi. Anzi, dovrei scrivere: le vicende attorno a questi Pointer, perchè di loro come Pointer nessuno parla e nessun urlatore dell'ultimo momento, fra un pianto e uno sdegno, sembra interessarsi.

Ovviamente abbiamo assistito ad un esilerante (per non dire grottesco) sgomitare per salire su un carro così succulento che porta facilmente sui giornali con un facile, elementare copione da seguire.E mi riferisco a politici di tutti i colori e simboli, ad allevatori vecchi nuovi e seminuovi, espositori e gente che non sapeva nemmeno dell'esistenza di un cane diverso dal labrador.

Quando si scrive di cani non esiste senso critico e non c'è mai approfondimento perchè basta avere il cattivo(sempre e comunque l'allevatore, condannato a priori) e il buono, l'animalista.

Il gioco mediatico nel settore dell'allevamento dei cani è indefessamente questo, senza possibilità di scampo.
Non c'è analisi, non c'è approfondimento, non ci si chiede mai come e perchè ci troviamo di fronte a situazioni problematiche. E' sempre semplice: c'è un aguzzino e c'è un buono. Non c'è bisogno di capire mai nulla, comodo no!?

Mentre il solito scenario si pone io penso ai cani, questi Pointer, fermatori d'eccellenza, nati e in quesa terra e strappati da questa terra in maniera traumatica e a base di tinte fosche.

Uniche vere vittime di questa storia.

Vittime a molteplici livelli perchè questi cani non sono solo cani, non solo sono pointer, sono anche pointer che rappresentano un patrimonio zootecnico sìmbolo di eccellenza nel mondo, anzi ormai possiamo dire "Essi" furono...

Sono vittime come cani perchè nel bene e nel male , nel clamore dei media e nella furia dello sdegno li si è strappati senza tanti complimenti e come se non avessero un passato e un presente.
Senza prendersi il tempo di capire e di trovare una soluzione adeguata a QUEI cani così particolari con equilibri così delicati...
Semplicemente è il caso mediatico che interessa, nello stereotipo: il cattivo allevatore e il buon animalista. Ma di quello che davvero necessitavano questi cani...bhè quello proprio non è interessante....

Sono vittime come Pointer, nobili signori della ferma, che trovano nella caccia al becaccino la massima espresione di se stessi. Da domani gli verrà insegnato che la loro natura di cani da caccia, non è etica, non è conforme all'ideologia dei buoni a tutti i costi.
Caro Pointer non correrai più fendendo il vento, non tornerai più a casa orgoglioso del carniere pieno, coi segni sull'atletica muscolatura dell'intrepida azione nei rovi; mai più ferme statuarie, mai più consensi, mai più lunghe giornate di caccia in sui esprimere te stesso, mai più farai ciò per cui sei nato, perchè sei nato sbagliato.
Ma ti attente, se va bene, un futuro fatto di etica che ti insegnerà a non correre per il vento, a non fermare il becaccino, ma ad essere un grasso, pigro, inutile, anonimo cane senza identità e senza gioia di essere ciò che sei.
Ma così, mio caro Pointer, imparerai ad essere un cane per bene!
Poichè è la tua stessa natura, è la tua stessa esistenza, ad essere sbagliata.
Non c'è rispetto, non c'è conoscenza, non c'è amore per ciò che sei davvero, ma caro Pointer così si che sarai salvo, perchè non sarai più Pointer.

Questi Pointer sono vittime anche come patrimonio del cane di razza, poichè l'intera collettività dell'intera linea di sangue verrà probabilmente sterilizzata e dispersa. Non ci saranno nuovi allevatori nè eredi nè null'altro che possa capire, imparare e lavorare su tale eccellenza, perchè da oggi, 9 Gennaio 2009, assisteremo alla totale distruzione di questo patrimonio.

Questo è l'annientamento a tutti i livelli.

Lo scrivo col volto rigato dalle lacrime, io non ho pointer, nè ho mai allevato pointer, nè ho avuto il piacere di aver visto questi cani all'opera.

Ma capisco che assistiamo allo storico momento di una intera linea di sangue che viene eticamente distrutta e annientata fra folle di applausi e grandi clamori dei media.

L'incendio della biblioteca di Alessandria deve essere stato qualcosa di simile, certo questa vicenda è un analogo disastro.

Non pensavo che nel mio breve permanere nella cinofilia ufficiale(solo 8 anni) avrei mai assistito ad una cosa del genere.

Non voglio scrivere delle miserie umane (e disumane) che si vedono in giro. Quando succedono queste cose le maschere cascano e la vera natura delle persone viene fuori: lo spettacolo, vi assicuro, può essere davvero raccapricciante.
Certo dignità onore e onestà non è una terna diffusissima quanto ipocrisia,tradimento e opportunismo.

Ma in questa sporca faccenda si sono evidenziati anche Enti e persone che non conscevo e sorprendenti per l'umanità e per la dedizione e sensibilità nel proteggere questi animali.

In Primis l'ENPA che ora lo riconosco, è un ente che non conoscevo.
Dal '95 con una tenacia e una dedizione unica su un prblema così complesso si è applicata per trovare una soluzione realmente compatibile con la realà di questi cani. Nonchè una soluzione che fosse realmente a completa garanzia e tutela di questi animali.Non importa se eventi estern hanno buttato tutto all'aria. La qualità e l'onestà nel dedicarsi a questi animali non sarà dimenticato.Sono davvero colpita.

Un plauso ammirato al dr Locatelli, presidente Enpa di Ravenna, che con le buone e le cattive (ma sempre nella legalità) ha aiutato a prendere coscienza di un problema qui nel ravennate e lo stava portando ad una soluzione compatibile. Sono profondamente ammirata per le coraggiose prese di posizione per la tutela di questi animali durante e dopo questo brutto sequestro. Se mai i miei cani si trovassero in difficoltà vorrei che fosse gente come Lei ad occuparsene. Saprei che sono al sicuro e questo mi basterebbe.

Non conosco nemmeno il consigliere Ancisi, di Ravenna, ma la sua interpellanza dice molto dell'aiuto che voleva dare a questi animali e questo non si può dimenticare, da cinofila e piccola allevatrice Le dico Grazie.

Vorrei poter mettere in questa lista le associazioni di categoria degli allevatori e le associazioni di caccia, ma visti gli ultimi sviluppi, proprio non posso...per un attimo il Pointer Club d'Italia mi ha fatto sognare che ci sarebbe stata tutela dei cani (non dell'allevatore) come cani, come pointer e come linea di sangue...ma è stata solo un'illusione.

E qui termino, col volto segnato dalle lacrime per questi Pointer che da oggi non esistono più.