mercoledì 15 luglio 2009

Il Benessere è Etica ma anche Tecnica

Il benessere animale è un tema molto in voga oggi.
La finalità è condivisa da tutti, le vie come spesso accade no.

Voglio chiarire che, pur non essendo animalista, ho il massimo rispetto per chi opera a tutela degli animali, da qualunque estrazione provenga, senza distinzioni: da chi è animalista a chi lavora con gli animali.

l'etica tesa al benessere degli animali deve unire e non dividere.

La tutela degli animali a mio avviso NON ha matrice ideologica, ma sono principi Etici che accomunano tutti noi.

L'esempio della Legge 5/2005 dell'Emilia Romagna è un tentativo di conciliare etica e tecnica.
E' pur vero che ne condivido assolutamente i principi e il fine di tutela e garanzia di benessere animale,ma ne ho criticato, da sempre, alcuni lati tecnici: tutto è perfettibile.
All'applicazione di fatto, tale legge è fortemente repressiva e oppressiva nei confronti degli allevamenti di tipo NON-intensivo e spinge la strutturazione di allevamenti sul tipo Puppy Farm. Ritengo che privilegiare il benessere in allevamento sia privilegiare la qualità e gli allevamenti che a questa tendono, quindi a mio avviso il benessere si concilia al meglio nella direzione opposta alle puppy farm.

Da tempo mi rivolgo ad un'idea di allevamento teso alla qualità e alla crescita. L'allevatore deve poter crescere in una normativa che lo faccia sentire tutelato e lo guidi in un percorso di qualità, senza incongruenze che possano portare anche a periodi di abusivismo o altro.
Purtroppo le normative spesso nascono con intenti repressivi ed oppressivi specie verso chi vuol ben operare: anzi spesso, partendo da buoni presupposti, nell'applicazione tali leggi sono un'ostacolo agli allevamenti di alta qualità e non intensivi.

Credo che l'allevamento abusivo sia una piaga per i cani, le economie e il benessere.Per questo l'allevamento regolare deve essere accessibile e a misura di cane e allevatore, senza preclusioni ideologiche nascoste dietro il concetto di benessere animale.

Il mio modello di riferimento è quello scandinavo e Nord Europeo dove l'allevamento canino non soffre di abusivismo anche per la presenza di regole costruite ad Hoc per il settore, senza preconcetti di sorta.

Per esempio le strutture in nord Europa non sono pensate sul modello dell'allevamento intensivo, e questo non è poco. In Italia, assurdamente, nel cane si sta vivendo un momento di spinta verso la strtturazione su modello intensivo anche per le realtà di qualità medie e piccole, spesso senza tener conto delle peculiarità delle razze allevate.

Da tempo vorrei proporre e vorrei che l'allevamento canino prendessa la via della sostenibilità ambientale e della semplificazione delle strutture sopratutto per quelli di piccola e media dimensione.

Il principio è linea con il governo attuale : Semplificazione ed Emersione favoriscono legalità e controllo.

E' pur vero che le regole dovrebbero essere uguali per tutti, allevamenti o rifugi.
E' pur vero che la legge dovrebbe dare le medesime garanzie ai trovatelli sterilizzati detenuti in piccolo o grande numero e ai cani di allevamento.

5 cani interi o sterilizzati hanno diritto alle medesime garanzie e quindi ai medesimi obblighi per i dententori.

Per questo è auspicabile una normativa di settore che non nasca da odio di categoria o ideologico ma dal comune fine della garanzia del benessere animale.

Questo per gli animali in primis, prima che per noi stessi.