mercoledì 3 ottobre 2007

Tornano gli esami di riparazione!


Il filosofo Vico aveva ragione: la storia è fatta di corsi e ricorsi, talvolta alquanto paradossali!

Trovo assolutamente normale che la medesima parte politica, che aveva illo tempore demonizzato gli esami di riparazione, e promosso come sistema più equo e formativo quello dei crediti e dei debiti, oggi scopra, con sorpresa, che il sistema scolastico gentiliano non era poi così male, e forse lo valuta come un sistema non ideologico, ma pedagogico.
Fanno parte della normalità del sistema sociale italiano queste continue contraddizioni.

Io faccio parte di quella generazione che studiava a cavallo della riforma: ovvero sono stata rimandata per tutto il ginnasio (rigorosamente in latino e greco) e promossa sul campo in tutto il triennio di liceo classico accumulando debiti mai estinti. Parimenti alla mia ignoranza sulle materie che mi rifiutavo di studiare, aumentavano i miei debiti formativi. La cosa divertente è che ero già consapevole a quel tempo, che quel sistema di fatto, ti dava la possibilità di rimanere senza pagare il conto.
Al liceo lo avevamo già capito tutti, ancor prima di sperimentarlo.
Io all'epoca ero scandalizzata dal fatto che la mia indolenza venisse premiata dal sistema scolastico "più equo e democratico".Ovviamente ( da buona teenager) ho continuato a non studiare, ma più comodamente, latino e greco.
La scuola, ontologicamente, non può essere un sistema democratico. Il sistema deomocratico a scuola è fasullo e rende altamente iniquo questo istituto. Inoltre annulla ogni tentativo pedagogico: chi è da se molto motivato continuerà a studiare bene, chi, invece, per immaturità o per altri motivi tenderà a perdersi, nel sistema di scuola democratica, sarà incentivato a non studiare o sarà lasciato solo.
Ad un teenager (età ingrata) non tutto è spiegabile, perchè a volte in teenager non ascolta. Le prove, la paura di essere bocciati, e anche la paura dell'umiliazione dei quadri pubblici sono un incentivo a non perdersi per strada e una via per crescere (e studiare magari).

Ecco che gli esami di riparazione tornano con mio grande plauso.

Intanto devo ai 2 anni di estati rovinate ai miei (che soffrivano moltissimo questa situazione), se ho una buona base per il latino ( per il greco preferisco non esprimermi, essendo una lingua per cui non ho avuto mai feeling), e una educazione all'impegno.
Mentre ho trovato penosi e avvilenti, sia per me che per gli insegnanti , i corsi di recupero pre-inizio scuola. Una specie di mensilità anticipata in un purgatorio, dove tu e gli insegnanti, in realtà, vi trovate abbandonati in quelle aule che ancora sanno di vacanze, e non sapete proprio che fare di voi stessi. In quelle occasioni ho capito molto bene il concetto di limbo dantesco.

Sono convinta che gli esami di riparazione (che hanno sempre funzionato, checchè ne dicano le parti ideologicamente avverse), ridiano un pò di dignità alla figura del professore, professione mai tanto avvilita nella dignità e nella professionalità come oggi.
Finalmente si ridà il diritto e il dovere di bocciare!

Ma di pari passo, i genitori moderni avranno la capacità di essere genitori???

O avremo frotte di genitori che invece di pagare lezioni estive, pagheranno profumatamente ricorsi vari perchè "il -loro-pupillo-perfetto-perchè-respira-e-assolutamente-incapace-di affrontare- una prova- seria- nella -vita" non affronti una meritata estate di studi ?!?
Considerando anche il fatto che, oltretutto, il suddetto pupillo non ha avuto oggettivamente un regolare inverno di studi. Questi genitori, a mezzo avvocati, garantiranno, al di la della legge e del sistema scolastico e sopratutto del buon senso, 12 mesi pieni di NON istruzione e NON educazione?
Questo sarà altrettanto interessante.
I genitori moderni fanno i compiti insieme ai figli fino alla maggiore età. I genitori moderni sono assolutamente convinti, che i loro figli non siano in grado di fare da soli i compiti nè di gestire i propri doveri scolastici.
Io mi chiedo: gli esami di riparazione saranno famigliari come i quiz serali?
Almeno potremo testare la preparazione media acquisita d'estate da un intero nucleo famigliare.

Mia madre, donna svagata ma di intelligenza straordianria, dopo il primo semestre di avvio alla scuola elementare, mi disse una mattina di un freddo inverno, mentre alle 6.30 a.m. mi preparavo a prendere il bus scolastico nella neve (abitavamo in campagna, io soffrivo anche di polmoni e avevo quindi addosso un peso in maglioni e libri triplo a quello che portano oggi i bambini): " Ricordati questo: tuo padre va a lavorare notte e giorno, io studio e lavoro, tu come membro della famiglia hai il dovere di studiare quanto basta per andare avanti senza dare problemi. Lo studio è il tuo lavoro, se un'insegnante dovesse segnalare qualcosa tramite nota la fiducia che riponiamo in te verrebbe meno".

Ebbene queste semplici parole hanno fatto si che mia madre non dovesse nemmeno sapere che compiti avevo a casa o per l'estate. Non ha avuto nemmeno mai bisogno di fare il gendarme sui compiti quotidiani, i tempi in cui li dovevo svolgere me li organizzavo a seconda delle giornate: se era bel tempo mi organizzavo la sera, se pioveva li facevo di giorno, mai durante gli anime giapponesi, ovvio. Sono arrivata a laurearmi senza che i miei abbiano mai saputo della data di un solo esame. Mi sono iscritta a scuola da sola tutti gli anni dalle medie in poi, e mi sono sempre presentata agli esami da sola ( all'esame di quinta elementare mi infuriai perchè mia madre si dimenticò di venirmi a prendere: il motorino e l'autonomia di mezzi risolse anche questo inconveniente). Non credo di essere un genio, credo solo di aver avuto la fiducia e la responsabilizzazione da parte di mia madre. E questo ha contato molto nella mia formazione.
Quando venivo regolarmente rimandata al liceo ( i quadri li andavo a vedere io ), mia madre mi diceva: "perchè questa routine??!?! perchè ci rovini tutte le estati!?!?"

Nel biennio il mio quadro era: 8-9-8-9-8-8-8-7-7-8-3-3.

La mia riga era una di quelle più lette dagli studenti di altre classi, che trovavano il mio quadro alquanto "stravagante". La mia professoressa del ginnasio di greco e latino, prof Marabini, all'ultimo esame mi disse: "perchè ci dobbiamo trovare qui tutti gli anni a Settembre? non faresti prima a prepararti durante l'anno?". Io ero l'unica che veniva rimandata in queste materie, e così lei era impegnata solo per me. E' probabile che alla fine io fossi quella con l'estate meno rovinata.

Comunque nelle parole di mia madre e della mia professoressa c'era un certo che di buon senso, ma il mio carattere prevede anche qualche contraddizione...

In ogni caso, il sistema scolastico così com'era, mi costringeva a disciplinare il mio carattere, che per natura mi ha sempre portata ad approfondire le cose che mi interessavano e a dormire su tutto il resto, o peggio, a rifiutare quello che prendevo in antipatia.
Questo mi ha aiutato moltissimo all'università ( dove comunque sono riuscita a rimandare l'esame di chimica fino all'ultimo) e mi aiuta ancor oggi nella vita, dove non sempre ti puoi occupare solo di ciò che è confacente alla tua natura.

Questa è semplicemente la preparazione pedagogica che la scuola deve dare insieme all'istruzione.